Ortopedia e Traumatologia clinica

L’Ortopedia è la specialità che si occupa di diagnosi, prevenzione e trattamento delle patologie che interessano l’apparato locomotore degli animali da compagnia, patologie dell’accrescimento nei pazienti giovani e patologie muscolo-scheletriche di varia natura nel paziente adulto e anziano.

Prevede la diagnosi e il trattamento di lesioni di natura traumatica, o in alcuni casi congenita, negli animali da compagnia, quali fratture ossee, lussazioni articolari, lesioni tendinee e legamentose.

Il punto di partenza è una visita ortopedica specialistica, realizzata da parte di uno dei medici dell’equipe ortopedica del Centro Veterinario C.T.O., guidata dal Dr. Paolo Morabito, al fine di effettuare una valutazione clinica del paziente completa, anche attraverso approfondimenti diagnostici avanzati (es. studi radiografici, ecografie, esami TC o RM a seconda del caso), prima di essere in grado di definire le opportune indicazioni terapeutiche (chirurgia o terapia).

 

QUANDO RIVOLGERSI AL CENTRO VETERINARIO C.T.O.

Il consulto ad uno specialista ortopedico è consigliato per tutti i pazienti che manifestino lesioni, fratture e traumatismi di ossa, articolazioni e muscoli della più svariata origine (congenita, degenerativa, traumatica e infiammatoria), evidenziate spesso dai seguenti sintomi:

  • Eventi traumatici
  • Zoppie di varia natura
  • Difficoltà a deambulare
  • Irrigidimento degli arti
  • Riluttanza al salto o al gioco

 

 COSA FACCIAMO NEL CENTRO VETERINARIO C.T.O.

La visita specialistica ortopedica avvia l’indagine ortopedica, approfondita anche attraverso esami diagnostici avanzati. La visita inizia con una fase di anamnesi standard, in modo da avere una valutazione clinica complessiva, e prosegue poi con l’approfondimento del quadro ortopedico andando ad analizzare nel suo complesso l’apparato muscolo-scheletrico, e non soltanto l’articolazione od area interessata della problematica specifica (zoppia, irrigidimento, difficoltà nel movimento).

In caso fosse necessario, per la salute dell’animale, potrebbe essere effettuata una sedazione lieve e breve del paziente.

Questi approfondimenti clinici vengono svolti attraverso manipolazioni ortopediche specifiche da parte del medico veterinario oltre ad esami diagnostici, quali ad esempio:

  • Studi radiografici precoci ad anca, gomito, spalla, ginocchio, metatarso
  • Studi radiografici ufficiali FSA
  • Esami TC ed, ove necessario, Risonanza Magnetica
  • Ecografia teno-muscolare
  • Valutazioni cliniche specialistiche

In alcuni casi l’approfondimento ortopedico clinico può portare alla valutazione dell’intervento chirurgico, quale soluzione terapeutica ottimale. In questo caso presso il Centro Veterinario C.T.O. vengono svolte da parte dell’equipe di medici veterinari esperti, guidati dal Dr. Paolo Morabito, chirurgie ortopediche e traumatologiche: TPLO, DPO, THR, riallineamenti, interventi per la correzione di fratture, lussazioni, lesioni tendinee o legamentose. Ove possibile evitare la chirurgia verrà impostato un iter medico o fisio terapico.

 

DISPLASIA DEL GOMITO

La displasia del gomito è una sindrome che colpisce i cani in accrescimento causata da una o più delle seguenti patologie: frammentazione del processo coronoideo (FCP), osteocondrite dissecante (OCD), mancata unione del processo anconeo (UAP), incongruità articolare, e ha come estrema conseguenza l’insorgenza di artrosi.

Si riscontra prevalentemente in cani di taglia media e grande ed è una frequente causa di zoppia dell’arto anteriore. Nelle razze predisposte una visita ortopedica e un’indagine radiografica in sedazione tra i 4 e i 6 mesi di età consente in molti casi di individuare i segni precoci della malattia.

Nei casi dubbi può essere d’ausilio approfondire con una diagnostica avanzata (TC), o artroscopia.

La terapia medica è riservata a casi selezionati con grado di displasia basso, mentre nella maggior parte dei casi un approccio chirurgico precoce è quello che consente i migliori risultati.

La prognosi è eccellente nei casi trattati precocemente, prima dell’insorgenza dei fenomeni artrosici, può essere da eccellente a buona nei soggetti in accrescimento che presentano fenomeni artrosici iniziali lievissimi, ed è riservata negli adulti e nei giovani con fenomeni artrosici evidenti.

 

DISPLASIA DELL’ANCA

La displasia dell’anca è una frequente affezione del cane in accrescimento che colpisce principalmente cani di taglia grande e gigante, ma che può essere anche riscontrata in soggetti di taglia media e piccola e in gatti comuni europei e svariate razze.

L’eziologia è multifattoriale e sembra comprendere fattori genetici e ambientali. I soggetti colpiti presentano instabilità dell’articolazione coxo-femorale col conseguente instaurarsi di fenomeni infiammatori e degenerativi.

 

I cani con malattia conclamata presentano algia alla manipolazione dell’articolazione, riduzione dell’ampiezza del movimento (ROM) dell’anca, ipotrofia muscolare del treno posteriore, riluttanza a salire le scale, saltare o salire in macchina. Caratteristica è l’andatura nella corsa detta a “salto di coniglio”. In alcuni casi, ad un occhio esperto, è possibile percepire la sublussazione del femore durante l’andatura a passo.

Una volta iniziati i fenomeni artrosici la malattia diventa cronica e progressiva.

Il riconoscimento precoce delle condizioni predisponenti, quali la lassità articolare, consente di adottare le contromisure terapeutiche necessarie a prevenire l’insorgere della patologia degenerativa articolare.

In alcune razze predisposte una visita clinica e radiografica con l’animale in anestesia generale, a 3-4 e 6- 7 mesi di età, può consentire di individuare cani potenzialmente soggetti alla malattia che possono trarre giovamento da interventi di chirurgia preventiva se trattati tempestivamente: Sinfisiodesi pubica, DPO (Duplice Osteotomia Pubica), unici in grado di prevenire i fenomeni degenerativi.

Una volta raggiunto l’accrescimento scheletrico è impossibile intervenire con interventi di chirurgia preventiva, e l’unica terapia curativa possibile è la sostituzione dell’articolazione malata tramite protesi totale di anca o artroplastica escissionale della testa del femore (amputazione dell’articolazione), quest’ultima sconsigliata per l’ovvio deficit che permarrà.

La terapia medica conservativa multimodale è palliativa e consiste nel tentativo di controllare il dolore articolare, promuovere la mobilità dell’articolazione e mantenere la tonicità muscolare , consentendo comunque un miglioramento clinico nei casi in cui la chirurgia non può più nulla.