Neurochirurgia

La neurochirurgia è una branca della chirurgia veterinaria che si occupa principalmente di procedure per patologie neurologiche, congenite e acquisite, al cervello, al midollo spinale e al sistema nervoso periferico.

Dopo la visita neurologica, l’utilizzo di strumenti di diagnostica avanzata come la TC (Tomografia Computerizzata) e la Risonanza Magnetica è essenziale per una valutazione clinica completa e per determinare il trattamento più adeguato da seguire.

Gli interventi di neuro-chirurgia richiedono standard tecnologici e di sanificazione degli spazi particolarmente avanzati al fine di salvaguardare la salute e tutela dell’ambiente.

Presso il Centro Veterinario C.T.O. gli interventi chirurgici neurologici sono guidati dal Dr. Paolo Morabito, medico chirurgo esperto in ambito ortopedico e neurologico.

 

 SIAMO AL TUO FIANCO QUANDO

Alcuni dei principali interventi chirurgici eseguiti in ambito neuro-chirurgico:

  • Ernia del disco (estrusioni e protusioni discali);
  • Tumori spinali;
  • Traumi alla colonna vertebrale;
  • Instabilità vertebrali congenite o acquisite;
  • Spondilommielopatia cervicale o Sindrome di Wobbler;
  • Sindrome della cauda equina o stenosi lombo-sacrale degenerativa;
  • Cisti aracnoidee;
  • Instabilità Atlanto-assiale o Atlanto-Epistrofea congenita;

 

Ernia del disco nel cane

Si tratta di un patologia molto comune che interessa il disco intervertebrale e il midollo spinale o la cauda equina.

Il disco intervertebrale è quella struttura che si interpone e unisce due vertebre. Presenti dal collo sino al sacro, i dischi sono costituiti da un anello esterno circonferenziale fibroso, che avvolge un nucleo polposo. Immaginate un piccolo cuscino tondeggiante piatto, al cui interno si trova del materiale semiliquido, la cui funzione oltre che di unire due vertebre è di consentirne il movimento e l’ammortizzazione.

Esistono diversi tipi di ernie, le più comuni sono le estrusioni, tipiche di alcuni cani detti condrodistrofici:

  • Bassotto
  • Bassethound
  • Bouledogue francese
  • Bulldog
  • Beagle
  • Barboncino
  • Boxer
  • Carlino
  • Cane Corso
  • Cheasapeake Bay R.
  • Cocker
  • Dogue de Bordeaux
  • Labrador R.
  • Maltese
  • Pintscher
  • Rottweiler
  • Sharpei
  • Tzu

 

Le estrusioni discali sono ernie che comprimono il midollo a causa di una fuoriuscita del nucleo polposo del disco. A causa di una breccia nell’anello fibroso, questo materiale invade il canale midollare e trovandosi tra la parete della vertebra e il morbido tessuto nervoso ne comporta una marcata compressione. La compressione causa un danno importante che prima viene affrontato e migliori saranno le possibilità di recupero.

Le protrusioni discali sono ernie, sempre molto comuni, in cui è l’anello fibroso del disco che, degenerando, va a deformarsi sino ad arrivare a comprimere il midollo o le radici nervose o la cauda equina, sono più tipiche di cani di grossa taglia.

 

I sintomi insorgono velocemente e spesso predomina una componente dolorifica caratterizzata o da atteggiamenti come cifosi (gobba) o collo contratto, o addirittura pianto con vocalismi senza una evidente causa. Talvolta il dolore è lampante, altre volte può essere poco evidente. Quando le ernie diventano gravi la sintomatologia è evidente: difficoltà a stare in piedi, trascinare uno o più arti, inciampare, appoggiare i piedi al contrario, sono tutti sintomi gravi. Situazione ancora peggiore è quando l’animale non sente completamente uno o più arti, trascinandoli e non riuscendo a imprimere movimenti volontari.

 

Bisogna sapere che nei casi in cui è presente dolore spesso viene confuso con dolore addominale (tipo colica). Questo fenomeno è noto come dolore riferito.

 

La diagnosi e la localizzazione vengono confermate con una visita Neurologica e successivamente una TAC e/o una Risonanza Magnetica. Quest’ultima ha proprietà specifiche per vedere e valutare il tessuto nervoso oltre che le strutture discali.

 

In sintesi se sospettate che si possa trattare di un ernia discale rivolgetevi con la massima urgenza a uno specialista, che verificherà il percorso più adeguato. Solo casi molto lievi vengono gestiti clinicamente; effettuata la diagnostica sarà più semplice prendere decisioni adeguate.

 

Se l’ernia è di dimensioni sufficientemente grosse la soluzione non può che essere chirurgica.

La chirurgia indicata dipende dalla localizzazione dell’ernia. Per ernie discali toraco – lombari l’accesso chirurgico è dorsale, mentre per le ernie cervicali l’accesso è ventrale (sotto il collo). Entrambe queste vie di accesso sono ben tollerate e prevedono di passare tra i ventri muscolari per raggiungere il tessuto osseo vertebrale. L’accesso alla cavità vertebrale avviene mediante frese da neurochirurgia ad altissima velocità. Raggiunto il canale vertebrale, la rimozione del materiale discale erniato è questione di abilità e delicatezza: il chirurgo opera tra tessuti nervosi, importanti vasi sanguigni e tessuto osseo.

 

Il recupero dopo la chirurgia non è sempre matematico, purtroppo la classe di gravità e il tempo sono fattori determinanti per un buon recupero. Quando permangono deficit neurologici è indicato un trattamento fisioterapico da iniziare prima possibile.

 

Nel post-operatorio oltre alla valutazione dei deficit di tipo neurologico bisogna prestare particolare attenzione alla capacità di minzione (fare la pipì). Pazienti neurolesi possono non essere in grado di orinare, tuttavia quando la vescica è completamente piena alcune gocce di urina possono uscire e bagnare sotto il paziente. Non bisogna confondere perdite di urina con la capacità di mingere in maniera competente. La palpazione dell’addome eseguita da un veterinario è sufficiente per determinare se la vescica viene svuotata o meno. Spesso occorre ricorrere a cateterismi per gestire le situazioni più gravi. Una vescica che resta troppo piena è particolarmente grave.

 

Se il paziente dopo la chirurgia viene gestito a casa è sufficiente:

  • Tenere pulito e asciutto il cerotto che copre la ferita e rimuoverlo dopo 3-5 gg.
  • Somministrare le terapie indicate.
  • Monitorare la capacità di urinare (vedi sopra).
  • Portare fuori 3 volte al giorno e condurre al guinzaglio per brevi passeggiate nei primi 7 gg per allungare progressivamente come da indicazioni.
  • Se ci sono deficit neurologici continuare la fisioterapia e gli esercizi indicati.
  • Controllare che la ferita resti pulita e asciutta. I punti se non sono riassorbibili vanno rimossi dopo 12-14 gg.

Dopo un mese può tornare alla vita di sempre.